Cibo invenduto ai poveri: accordo tra Caritas e Unione Panificatori
Roma il 27-03-2011 | da redazione | Letta 6978 volte200 quintali di pane al giorno invenduti e buttati via: pochi sono consapevoli della silenziosa "strage dei panini" che si ripete quotidianamente e che l'Associazione dei Panificatori di Roma ha di recente denunciato. Se si calcolassero i quintali di pane, pizza e prodotti da forno buttati ogni giorno in tutta Italia, il dato diventerebbe davvero impressionante, ancor di più a fronte degli ultimi dati dell'Istat, che parlano di quasi 8 milioni di poveri tra le famiglie italiane.
Così nei prossimi giorni, sotto l'egida di Roma Capitale, sarà avviato un tavolo con la Caritas diocesana e l'Unione Panificatori per trasformare questa "emergenza pane" in un'opportunità. Il sindaco Alemanno ha infatti accolto l'appello lanciato da Don Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, di istituire una "bread-card", una "tessera del pane" da distribuire alle persone bisognose, autorizzandole, a fine giornata, a recarsi presso i punti vendita convenzionati del proprio quartiere per ricevere gratuitamente il pane e gli altri generi alimentari che diversamente finirebbero nella spazzatura perché invenduti.
«E' terribile che ogni giorno vengano buttati oltre 200 quintali di pane - sostiene don Feroci - dobbiamo risolvere questo problema ma farlo in maniera intelligente. Portare tali quantitativi di pane, pizza, biscotti nei nostri centri non è la soluzione: sarebbero troppi anche per noi e i trasporti troppo costosi e ingombranti. Perché al posto di far muovere le merci non facciamo muovere le persone? La Caritas potrebbe distribuire una "bread-card" alle persone disagiate, in modo che possano andare di persona a recuperare i prodotti nei forni, nelle pizzerie, nei supermercati e nelle mense del loro territorio, in un orario prefissato a fine giornata. Un povero che abita a Tor Bella Monaca - spiega - difficilmente verrà a via Marsala per prendere un po' di pane, molto più semplicemente potrà recuperarlo in un negozio vicino casa».
«Attraverso le card - prosegue il direttore della Caritas - si creerebbe una rete di solidarietà allargata a tutta la città: un intero territorio solidale e non solo degli snodi solidali. La Caritas sarebbe solo il link tra panificatori e territorio e lo stesso ruolo potrebbe essere assunto dal Comune o dai municipi. Basta organizzarci, fare incontrare domanda e offerta e possiamo andare incontro a migliaia di persone e anche ai tanti immigrati che stanno bussando alle nostre porte».
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