Allattamento al seno: le regole da seguire per evitare problemi nei primi giorni dopo il parto
del 20/11/2010 | da redazione | idea letta 23445 voltePrima attaccherete il bambino al seno, prima il neonato potrà godere dei benefici del colostro, una sostanza che forma una specie di barriera protettiva contro i batteri. Il colostro fornisce al bambino gli anticorpi per le malattie alle quali la madre è già resistente. Pronto nel seno alla fine della gravidanza, il colostro è la primissima forma di latte, ricco di proteine, e costituisce un alimento ad alta concentrazione ideale per il primo pasto del bambino. Quindi attenzione: non lavate i capezzoli prima di allattare, i bambini sono attratti anche dall'odore e preferiscono decisamente quello della propria mamma piuttosto che quello della saponetta.
Ovviamente, che il vostro seno sia pieno di latte non è che un presupposto indispensabile per l'allattamento. La cosa importante è che questo latte sia effettivamente reso disponibile al bambino. La semplice azione del succhiare, per quanto possa essere comunque piacevole per il piccolo, non è sufficiente per alimentarlo: egli deve inghiottire il latte, altrimenti non si nutre.
In ospedale, si è oggi meno rigidi di una volta sulla durata delle poppate, ma se vi trovate in un reparto dove ancora il tempo che il bambino deve passare al seno è prefissato, dovete contare i minuti a partire dal momento in cui il bambino comincia a inghiottire davvero e non da quando comincia semplicemente a succhiare.
Anche prima dell'instaurarsi del riflesso di lattazione, il bambino riesce a succhiare un po' di latte, perché questo si raccoglie nei condotti collegati con il capezzolo. Viene chiamato "primo latte" ed è ricco di proteine. Tiene il bambino felicemente occupato e lo nutre quel tanto che basta prima che si formi il latte vero e proprio. Ma se il bambino riesce a mangiare solo il primo latte perché non succhia abbastanza a lungo da stimolare il riflesso della lattazione, il latte vero sarà poi scarso o addirittura assente.
Se siete in difficoltà o se provate imbarazzo o se state attraversando un periodo di ansia, paura o rabbia, il riflesso di lattazione tarderà ad arrivare e qualche volta addirittura mancherà.
In questi casi vi chiederete se vostro figlio qualche volta non abbia voglia di un supplemento di cibo che non sia il latte materno, specialmente se temete più o meno segretamente di avere poco latte.
In molti ospedali si dà ancora l'acqua ai bambini, ma il neonato ha bisogno di latte, non di acqua. Se bagna sei o più pannolini nel corso delle 24 ore senza bere altri liquidi, e se l'urina è di un giallo paglierino o incolore e le scariche intestinali sono regolari, significa che la quantità di latte che riceve da voi soddisfa le sue necessità. Piuttosto sarete voi a essere più assetate del solito. Bevete quanto ne avete voglia, ma non pensate che bere di più del dovuto serva a produrre più latte. Dare a un neonato altri liquidi (o supplementi di latte) oltre al latte materno può essere controproducente per un corretto allattamento al seno.
Ricordate comunque che anche se vi sembra di avere una mammella ormai completamente svuotata, quando riaccosterete il piccolo al capezzolo si produce un nuovo riflesso di lattazione. Il seno funziona come una brocca di latte, ma assicura un rifornimento costante, purché opportunamente stimolato dal bambino.
Per questo è molto importante prepararsi all'allattamento durante i primissimi giorni dopo il parto, e vi sarà di molto aiuto il consiglio di una persona esperta.
Sul sito genitorichannel.it l'esperta Katia Micheletti spiega attraverso alcuni video le tecniche corrette da seguire per evitare i problemi iniziali nei primi giorni dopo il parto, quando si partorisce in ospedale (cliccare sulle immagini):
Ecco invece quali sono le regole per un buon attacco del bimbo al seno:
In questo primo video, si illustra la posizione a culla.
La posizione sdraiata: una soluzione poco affaticante per la mamma, ideale nel caso vi siano conseguenze dolorose da post cesareo o episiotomia.
Come regolare la posizione della testa del bimbo, soprattutto per evitare ingorghi o per liberare un dotto ostruito. La posizione di transizione e la posizione della lupa.
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