Sicurezza alimentare in casa: semplici consigli per stare alla larga dai possibili rischi
del 19/05/2011 | da redazione | idea letta 6774 volteCibi sicuri tra le mura di casa: perché lo siano davvero è necessario esercitare un ruolo attivo in prima persona, dal momento dell’acquisto del prodotto fino alla sua conservazione anche dopo il primo consumo.
Prendiamo il caso delle conserve industriali: sulle confezioni di salse, marmellate e sottaceti possiamo trovare facilmente la cosiddetta “data di scadenza”, ma il produttore non è obbligato a indicarne una valida dopo l’apertura.
“Spesso le aziende aggiungono in etichetta altre informazioni sulla modalità di conservazione e anche indicazioni sui tempi che però a volte risultano diverse tra loro, anche per identiche categorie di alimenti” avverte Il Fatto Alimentare. Molte di queste informazioni non hanno fondamento in una norma di legge ma sono al più consigli per l’uso. Per questo è fondamentale applicare tutta la nostra responsabilità di “consumatori critici”.
Talvolta i processi di degradazione impattano immediatamente sul sapore di un alimento: una passata inacidita o un succo di frutta andato a male sono riconoscibili dall’odore e dal gusto. Parimenti le muffe, molto pericolose per la salute a causa delle micotossine, sono visibili a occhio nudo e, se ci sono, ci impongono di buttare via l’alimento.
Il latte fresco tenuto in frigorifero a +4°C, scade 7 giorni dopo il confezionamento come indicato sull'etichetta. Una volta aperta la confezione, va consumato entro 3 - 4 giorni. Gli addetti ai lavori lo bevono anche 1 - 2 giorni dopo la scadenza, ma se la conservazione lungo la filiera è stata scorretta, il latte si può alterare prima dei 7 giorni e lo si avverte facilmente dal sapore acidulo.
Nel caso della ricotta, la durata fissata dai produttori oscilla da 3 a 4 settimane dalla produzione, ma a volte capita che il prodotto assuma anche prima del termine un sapore acidulo: questa è la spia che la confezione è stata conservata in frigoriferi a temperature troppo elevate. La stessa cosa capita per i formaggi molli freschi tipo stracchino: si conservano per 6 - 7 giorni se nel frigorifero la temperatura è compresa tra 0°C a 3°C, ma la scadenza si dimezza se il termometro sale a 3 - 5°C .
Un altro esempio interessante riguarda il pesce fresco. Se il pescato viene mantenuto ad una corretta temperatura di refrigerazione, senza interrompere la catena del freddo e nelle giuste condizioni igieniche, dopo 3 giorni non “puzza” affatto, come vorrebbe un vecchio proverbio, né causa intossicazioni. A perderne saranno però il gusto e il valore nutritivo.
Non ci sono invece problemi per i cibi confezionati che si mantengono 1 - 2 anni. Se la conservazione è stata fatta correttamente e l'igiene è stata rispettata, il consumo di alimenti scaduti da due tre mesi non comporta alcun rischio sanitario.
Per concludere, ecco alcuni semplici consigli per stare alla larga dai possibili rischi:
- Controllare regolarmente la temperatura del frigorifero con un termometro esterno e valutare eventuali scostamenti tra quella dichiarata e la temperatura reale;
- Pulire il frigorifero ogni 2 - 3 mesi;
- Cercare di limitare i tempi di apertura dello sportello, per non creare "interruzioni" nella catena del freddo;
- Ricordarsi di lavare sempre, strofinandola bene, frutta e verdura con acqua e bicarbonato prima di metterla a tavola;
- Controllare le etichette ed evitate quei prodotti in cui risultino indicati troppi aromi e conservanti.
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