Tumore al seno: come fare l`autopalpazione. Tutte le informazioni per prevenirlo
del 08/10/2010 | da redazione | idea letta 18981 volteUn terzo di tutti i tumori diagnosticati in Italia tra la popolazione femminile è rappresentato dal carcinoma mammario, meglio noto come tumore al seno. Ogni anno nel nostro paese la malattia viene scoperta in 1 donna su 8, oltre 40.000 nuovi casi che vanno ad aggiungersi alle oltre 400.000 donne in Italia, che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore al seno.
La buona notizia è che si tratta di uno dei tumori più facilmente curabili: si può guarire del tutto, a patto che ogni donna prenda consapevolezza che la prevenzione è fondamentale, è alla portata di tutte ed è un impegno fisso da prendere con sé stesse.
La LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), con il progetto Nastrorosa, offre un fitto calendario di appuntamenti e ambulatori dove è possibile effettuare gratuitamente delle visite senologiche, raccogliere tutte le informazioni necessarie e aderire a un serio programma di prevenzione.
PREVENZIONE PRIMARIA
Oltre il 20% di tutti i tumori al seno potrebbero essere evitati avendo cura ogni giorno del nostro stile di vita: curando l'alimentazione; controllando il proprio peso corporeo; svolgendo una regolare attività fisica; limitando l'assunzione di alcolici. Ma è importante anche avere un ruolo attivo nell'osservazione del proprio corpo. Ecco come:
I segnali sospetti
Ogni volta che una donna avverte un cambiamento della propria mammella deve rivolgersi al proprio medico o allo specialista: è meglio avere una rassicurazione in più che una diagnosi di tumore!
- Nodulo: nella maggior parte dei casi il tumore si manifesta con la comparsa di una tumefazione dalla consistenza dura.
- Alterazioni dell'areola e/o del capezzolo: talvolta un tumore localizzato vicino al capezzolo, può provocare delle introflessioni o "retrazioni" di quest'ultimo o anche la comparsa di escoriazioni cutanee, che fanno pensare ad un'alterazione della pelle e non della mammella.
- Secrezioni dal capezzolo, particolarmente se ematiche o sierose: si verificano quando il tumore cresce distribuendosi lungo i dotti da cui fuoriesce il latte materno.
- Alterazioni della cute della mammella: arrossamenti locali o diffusi, affossamenti o al contrario ispessimenti della pelle, che può assumere un aspetto simile a quello della buccia di un'arancia.
- Alterazioni della forma e del volume della mammella: talvolta un nodulo può essere visibile già all'ispezione, poiché deforma il normale profilo del seno. Più raramente, in casi più estesi, l'aumento di volume riguarda invece l'intera mammella.
- Aumento di dimensioni di un linfonodo ascellare: spesso i linfonodi ascellari si ingrandiscono per processi infiammatori (benigni); tuttavia, in alcuni casi, l'aumento di volume può essere provocato dalla presenza di cellule di un tumore mammario.
Osservazione...
Innanzitutto, guardarsi allo specchio: sarebbe buona norma stabilire un giorno fisso nel mese, dopo le mestruazioni per le donne che hanno ancora il ciclo. Sollevare le braccia e osservare attentamente la morfologia del seno, frontalmente e poi di profilo, per scoprire eventuali variazioni della forma e del volume.
...e autopalpazione
Più che le parole, le immagini possono spiegare come effettuare da sole l'autopalpazione del seno in tre fasi: l'autoesplorazione verticale della mammella, poi quella a spirale e infine con movimento radiale.
PREVENZIONE SECONDARIA
Scoprire un tumore in fase iniziale significa salvarsi la vita: gli strumenti della diagnosi precoce sono vari, e vanno utilizzati con modalità diverse a seconda dell'età della donna.
- Dopo i 40 anni: dopo i 40 anni la mammografia andrebbe eseguita ogni anno, in associazione alla visita senologica. Nel caso di immagini di difficile interpretazione o in presenza di elementi di sospetto, gli specialisti della LILT consigliano di effettuare un prelievo con ago (ago aspirato), che a seconda dei casi potrebbe essere preceduto dalla Risonanza Magnetica.
- Prima dei 40 anni: per le giovani donne sono sufficienti la corretta informazione, l'insegnamento dell'autoesame (autopalpazione), la visita senologica e l'esame ecografico (a cadenza biennale dai 30 anni). Chi desidera programmare la prima gravidanza oltre i 35 anni dovrebbe eseguire prima una mammografia, integrata da un'ecografia mammaria. Attenzione, comunque, ai
FATTORI DI RISCHIO
Fattori di rischio non modificabili sono sesso, età, familiarità e predisposizione genetica alla malattia: il tumore al seno è perlopiù una malattia "in rosa", negli uomini rappresenta appena l'1% di tutti i tumori mammari diagnosticati. Secondo l'AIRC, più dell'80 per cento dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni. Uno stimolo determinante per la formazione della neoplasia è quello esercitato dagli ormoni femminili. Inoltre le donne che abbiano un familiare (madre, sorella, nonna) con tumore al seno e/o all'ovaio hanno un rischio maggiore di poter sviluppare la malattia. Esistono poi delle patologie specifiche che predispongono alla malattia: le donne che hanno avuto un precedente caso di tumore al seno, al corpo dell'utero (endometrio) o all'ovaio o che ad una biopsia mammaria hanno avuto il riscontro di una lesione precancerosa, sono considerati soggetti a rischio.
Esistono però anche dei fattori di rischio modificabili: svariati studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni (gli ormoni femminili per eccellenza) facilitano la comparsa del cancro al seno. Per questo tutti i fattori che ne aumentano la presenza hanno un effetto negativo e viceversa (per esempio, le gravidanze, che riducono la produzione degli estrogeni da parte dell'organismo, hanno un effetto protettivo). In caso di terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni e progesterone prescritta dopo la menopausa, il rischio è proporzionale alla durata del trattamento.
Riguardo invece alla pillola anticoncezionale, il rischio sembrerebbe solo lievemente aumentato, in particolare per assunzioni prolungate di oltre 20 anni.
Fattore importante è l'obesità: il rischio di tumore al seno è più alto nelle donne che vadano in sovrappeso dopo la menopausa perché in questa condizione, come anche nella cosiddetta "sindrome metabolica" , il corpo produce maggiori quantità di insulina e di estrogeni in grado di neutralizzare i radicali liberi.
Incriminata anche la scarsa attività fisica: un regolare esercizio fisico aiuta a mantenere il peso corporeo, favorisce l'aumento delle difese immunitarie e stimola la produzione da parte del nostro organismo di sostanze antiossidanti in grado di neutralizzare i radicali liberi. Ergo: riduce la possibilità di sviluppare neoplasie, compresa quella al seno.
Evitare il fumo: il collegamento tra fumo e cancro (ma anche malattie cardiovascolari) è ormai accertato.
Molto importante il ruolo dell'alimentazione: una dieta ricca di grassi e di zuccheri raffinati, il frequente consumo di carni rosse sono nemiche della salute e aumenterebbero anche il rischio di sviluppare un tumore al seno. Sono più esposte le donne che abitualmente consumano bevande alcoliche, ed è dimostrato che l'aumento del rischio è proporzionale alla quantità di alcol assunto. Promossa a pieni voti la dieta mediterranea e un'alimentazione ricca di frutta fresca e verdura.
LA DIETA PREVENTIVA
L'utilità di una dieta particolare nella prevenzione delle ricadute del cancro del seno in donne già colpite è già stata scientificamente dimostrata da diversi studi. Si presume che una simile dieta possa avere un ruolo anche nella prevenzione primaria. Eccone dunque i capisaldi:
- Aumentare l'apporto di fitoestrogeni (ormoni vegetali simili agli estrogeni femminili che sono contenuti principalmente nella soia e nei suoi derivati, ma anche nelle alghe, nei semi di lino, nel cavolo, nei legumi, nei frutti di bosco, nei cereali integrali).
- Limitare gli zuccheri raffinati, che hanno l'effetto di innalzare l'insulina nel sangue e quindi di indurre il diabete, a favore di zuccheri grezzi e di amidi.
- Consumare molte crucifere (rape, senape, rucola, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, ravanelli, cavolo) perché agiscono in modo positivo nei confronti del metabolismo degli ormoni.
- Privilegiare il pesce rispetto alle altre proteine animali, accompagnato da grandi quantità di fibre (attraverso il consumo di frutta, cereali, verdura, legumi).
- Limitare l'apporto di latticini e uova, tenendo però d'occhio la quantità totale di calcio per prevenire l'osteoporosi.
A VOLTE E' BENIGNO
Tra le donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni è frequente il caso di "displasia mammaria", ovvero un'alterazione benigna dei tessuti del seno che non ha nulla a che vedere col tumore ma che può suscitare qualche preoccupazione al momento della diagnosi. Ne esistono diverse forme:
- displasia fibrocistica a piccole cisti, più frequente tra i 30 e i 40 anni: sono presenti cisti piccole, ripiene di liquido, più evidenti durante il periodo premestruale. Può essere presente dolore.
- displasia a grosse cisti, più frequente nelle donne tra i 40 e i 50 anni, si osserva la presenza di una o più grandi cisti, di forma rotondeggiante, a contenuto liquido.
- Fibroadenoma, il tumore benigno più frequente che compare soprattutto tra i 25 e i 30 anni. Si presenta come un singolo nodulo, duro e molto mobile, generalmente doloroso. I sintomi che accompagnano le displasie e i fibroadenomi sono: senso di tensione al seno; dolore della mammella; comparsa di noduli che la donna può "sentire" con la mano.
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